Sono ormai diventato un accanito sostenitore del software libero open source ed in particolare dello spirito che sta dietro a questo mondo così articolato.
Utilizzo ormai da un po’ di tempo una distribuzione di Linux molto conosciuta il cui nome è Ubuntu ed ho il piacere di aver trovato nel mondo dell’open source tutte le applicazioni che ho utilizzato oppure sognavo di utilizzare ma non acquistavo per il loro costo ovvero per l’impegno che ne avrebbe poi comportato la manutenzione nell’ambiente Windows.
Leggo invece con estrema preoccupazione sui notiziari e su siti specializzati nella diffusione del software libero, che le pubbliche istituzioni, prima fra tutte la scuola, nelle persone del ministro Brunetta e del ministro Gelmini, hanno firmato un protocollo di intesa con Microsoft per l’adozione del loro software nella pubblica amministrazione, ma ciò che è peggio nella scuola. La scuola è l’agenzia sociale dove, sopra ogni altro viene formato l’individuo del domani e dove l’insegnamento all’utilizzo di software e formati proprietari, ma ancora di più privilegiando un particolare marchio, si addestrano gli studenti ad essere più consumatori che cittadini istruiti. Privilegiare poi un marchio che è già stato sanzionato dall’antitrust in molte nazioni d’oltreoceano ed a livello europeo per l’abuso di posizione dominante sul mercato, suona poi di interesse privato in pubblico ufficio.
La scuola non può permettersi di promuovere determinati prodotti. Sarebbe come se permettessero di dare l’esame per la patente di guida solo a coloro che si presentano all’esame con una Ford.
Uno dei rischi accessori che noi tutti conosciamo, è poi l’uso di formati, oltre che di software proprietari, che ci lega ad una manutenzione continua del software con cui questi file vengono generati ed anche qui la pubblica amministrazione ci fa trovare in linea, ove questo accade, file di formati proprietari di Microsoft (e.g. documenti di MSWord, tabelle di MSExcel, presentazioni di MSPower Point ecc.).
Invito tutti quelli che credono nei principi ispiratori dell’utilizzo del software libero ed open source e che pensano ancora che la democrazia non sia solo una parola ad aderire alle iniziative di tutte quelle entità che si adoperano per la promozione della pluralità nel campo dell’informatica.
Ecco alcuni link di esempio:
Associazione per il software libero
Istituto E. Maiorana di Gela (una scuola italiana all’avanguardia nell’IT)
La Free Software Foundation su Wikipedia
Concordo, da qualche mese sono passato a Ubuntu e va tutto bene.
A proposito di UBUNTU, volevo sapere cosa e’ che lo differisce dai comuni sistemi operativi largamente in uso tipo WIN95-98 e successivi. E’ proprio vero che e’ piu’ leggero?
Grazie
A parte la leggerezza in genere di sistemi operativi Linux, oggigiorno le elevate prestazioni grafiche delle interfacce utente hanno ridotto questo gap in termini di impegno del processore. Esistono però distribuzioni di Linux capaci di girare su computer molto vecchi e con risorse molto limitate.
Il vantaggio più notevole risiede nel fatto che il software viene sviluppato non più da una azienda che distribuisce anche gli aggiornamenti a pagamento, ma da comunità di utenti che mettono a disposizione di tutti anche continui aggiornamenti. Inoltre chi usa questi prodotti non obbliga i futuri utilizzatori dei suoi prodotti come documenti, programmi e quantaltro ad usare software e sistemi operativi a pagamento per utilizzarlo.
Per una discussione molto più completa dei vantaggi, ti invito a visitare le pagine create dal prof. Cantaro dell’istituto Maiorana.
La scuola è oramai alla deriva a causa di questi che non sono politici con ideali ma solo persone che badano al loro portafogli. E’ ora di dire basta. Bisogna boicottare tutto, anche spegnere la TV per vivere meglio e da veri uomini.
E dire che sarebbe tanto semplice pensare che stimolare l’uso nella scuola di ambienti di sviluppo open-source farebbe crescere i giovani anche con delle competenze e capacita’ creative tali da poter vendere un giorno il loro lavoro a chi vogliono senza essere legati in partenza ad una multinazionale piuttosto che un’altra.